martedì 10 gennaio 2012

Che fine hanno fatto i Mille?

"Fecero l’Italia. E poi, indigesti e spesso incompresi, continuarono a combinarne di tutti i colori. Chi finì in Patagonia e chi a Sumatra. Un gruppo di lombardi deportato in Siberia, altri sbaragliati in Africa, in molti gli emigrati all’estero. Un direttore di giornale assassinato dagli anarchici, parecchi chiusi in manicomio, chi si suicidò in un fiume e chi con una rivoltellata, un ungherese ingegnere tentò invano di realizzare grandissimi canali, un tiratore scelto bergamasco si ridusse a cacciar gatti e un suo compaesano risalì l’Italia con un teatrino di marionette. Vita, morte e miracoli dei Mille, la generazione che non fece solo l’Italia. A 150 anni dalla Spedizione del 1860 ricostruita per la prima volta la grande diaspora dei garibaldini, la migliore gioventù di allora. Ricostruite le vicende di un esercito di idealisti e bastian contrari, dibattuto tra colonialisti e di anticolonialisti, interventisti e pacifisti, ministerialisti e aventiniani. In un affresco dell’Italia unitaria, in cui molti volontari stentarono poi a ritrovarsi".
Le storie personali dei Mille, dimenticate come dimenticato è stato il "vero" Carlo Cattaneo, sono ora raccontate da Paolo Brogi nel libro "La Lunga Notte dei Mille" (Aliberti Editore).
Ed è proprio quel Risorgimento "meno ufficiale", però vivo, fatto di carne, di entusiasmo, di ideali ma spesso anche di destini tragici, che dobbiamo continuare a "dimenticare a memoria" senza più bisogno di un evento "ufficiale".

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