Con la bolla di Papa Giovanni XXII Super illius specula (Avignone, 1326) la magia cessa di
essere una superstizione da tollerare e perdonare e diventa un fenomeno sociale
che deve essere contrastato -un morbo pestilenziale da debellare- in
quanto minaccia per la Chiesa. La lotta contro la stregoneria é affidata
all’Inquisizione, un’istituzione ecclesiastica creata nella seconda metà del
XII° sec. per indagare e punire, mediante un apposito
tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie all’ortodossia
cattolica. Questo controllo si abbatterà con sempre maggiore brutalità sulla
povera gente.
Il mito della strega nasce fin dagli
albori del mondo. Nel medioevo, per convinzione o ignoranza, molte donne erano
ancora legate alle vecchie credenze precristiane; il mito della strega resiste
tra il popolo, così, le pratiche magiche relative alle antiche tradizioni
pagane continuano a prosperare. Se il termine italiano strega deriva dal latino
strix, un uccello notturno che si
credeva di cattivo auspicio perché ritenuto nutrirsi di sangue e carne umana,
la parola inglese witch deriva invece
da wicce che significa saggia, ed
infatti, nella cultura pagana le streghe sono prevalentemente sciamane e
consigliere (in Irlanda si diceva che se le streghe ballavano il Sabbah su un
campo questo avrebbe avuto buon raccolto, in Italia che le messi sarebbero
bruciate o marcite).
Anno 1484: Papa Innocenzo VIII dà
ampi poteri ai frati Heinrich Kramer e Jakob Sprenger di svolgere incontrastati
la loro opera di inquisitori; i due frati domenicani codificheranno le tecniche
per la caccia alle streghe nel manuale intitolato Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe): secondo
gli autori, ci sono più streghe che stregoni: le donne sono più inclini a farsi irretire dal demonio perché deboli,
psichicamente fragili, chiacchierone, vendicative e cadono presto nei dubbi sulla
fede, la loro concupiscenza carnale è insaziabile per cui si uniscono ai demoni
per soddisfare la loro libidine.
Il processo inquisitorio si basa sui
pettegolezzi pubblici, sufficienti a condurre una persona al processo,
nonostante le accuse siano spesso perpetrate per invidia; l’avvocato manca,
perché una difesa efficace da parte del difensore è prova del fatto che egli
stesso è “stregato” e dovrà pertanto essere a sua volta processato. La tortura
è la normale tecnica di interrogatorio (si attenderà il XIX° sec. per vederla
abolita in Europa, grazie al pensiero di Cesare Beccaria). La confessione viene
estorta con la promessa di salvezza e, una volta ottenuta, considerata comunque
prova di colpevolezza: “confessano solo per evitare la pena di morte”.
Anche il processo alle streghe di Venegono viene celebrato con le regole del Malleus Maleficarum, fino al totale annientamento psicofisico delle sue vittime.
I verbali del processo, che si apre
il 20 marzo 1520 nel castello del conte Fioramonte Castiglioni, per fatti
accaduti a partire dal 1513, scoperti dalla ricercatrice Anna Marcaccioli Castiglioni,
sono stati tradotti e pubblicati nel suo libro Streghe
e roghi nel Ducato di Milano. Processi per stregoneria a Venegono Superiore nel
1520 (Thélema Edizioni, Milano, 2000).
La rievocazione del processo ci riporta all’epoca
dell’inquisizione, cinquecento anni indietro nel tempo, a nomi e luoghi, alcuni
dimenticati, altri invece che ancora oggi risuonano comuni: la chiesa di Santa Maria,
la Silva Rupta dietro l’oratorio, il prato del Cattaneo, la sorgente del
Fontanile, la Valle del Pascolo a est del castello, la Colombara attuale villa
Caproni. Le imputate ci parlano di donne, famiglie e uomini di Venegono Superiore
ed Inferiore, Vedano e Castiglione Olona, Monello, Binago, Appiano e Seregno,
dove questa storia ha avuto inizio.
Walter Fabiano Lorenzin
PERSONAGGI E INTERPRETI
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Elisabetta Oleari (condannata al rogo)
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MARIA LETIZIA FASOLA
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Margherita Fornasari (condannata al rogo)
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SARA MAGLIOCCA
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Caterina Fornasari (condannata al rogo)
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CARLA BERNARDINI
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Antonina del Cilla (condannata al rogo)
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HILARY BASSO
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Maddalena del Merlo (condannata al rogo)
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ELISABETTA MILANI
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Majnetta “Codera” (condannata al rogo)
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LISA IZZO
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Giovannina Vanoni (condannata al rogo)
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VERONICA MALETTA
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Caterina d’Appiano (ostetrica)
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LALLA PIVATO
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Tommasina (sospettata)
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ELISA BAGAGIOLO
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Battista da Pavia (primo inquisitore)
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NINO GORIO
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Michele d’Aragona (secondo inquisitore)
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PAOLO GUFFANTI
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Badono Fornasari
(condannato all’esilio)
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PAOLO DELFINO
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Fioramonte Castiglioni (signore del castello)
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ENZO PANZERI
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Aguzzino
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GABRIELE CASTIGLIONI
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Testimoni
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MARIO MASPERO e SERGIO SPERONI
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Giacomo da Seregno (delatore)
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STEFANO MEDAGLIA
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